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170 nelle acque profonde


rente da quello inteso da Galileo, che «il gran libro della Natura è scritto in linguaggio matematico». Così è vero che nessuno, eccettuato un matematico, può sperare di capire queste branche delle scienze che cercano di svelare la natura fondamentale dell’universo: la teoria della relatività, la teoria dei quanta e la meccanica ondulatoria.

Le ombre che la realtà getta sulla parete della nostra caverna possono a priori essere di molte specie. Esse possono essere perfettamente prive di significato per noi, come è privo di significato per un cane, entrato nella sala per sbaglio, un film cinematografico che mostri la struttura d’un tessuto microscopico.

Infatti la nostra terra è così infinitesima al paragone con l’intero universo; noi, i soli esseri pensanti, per quel che sappiamo, in tutto lo spazio, costituiamo secondo tutte le apparenze una cosa così accidentale, che è a priori troppo probabile che, se l’universo ha un significato, esso trascenda la nostra esperienza terrena, e, così, sia totalmente inintelligibile per noi. In questo caso, noi non avremmo nessun punto d’appoggio per iniziare la nostra ricerca intorno al vero significato dell’universo.

Sebbene questo sia il caso più probabile, non è impossibile che alcune delle ombre, che cadono sulla parete della nostra caverna, possano suggerire oggetti ed operazioni, con le quali noi, abitanti delle caverne, siamo già familiari. L’ombra d’un corpo