Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/166

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152 parte terza.

specie di venerazione e li chiamava maiali di Sant’Antonio abate!!!...

La mia personale ispezione conferma tutte queste asserzioni. E volendo altra conferma, basta aprire la Statistica medica diretta all’ordinamento amministrativo della igiene pubblica della città di Napoli, per Achille Spatuzzi, medico statista del Municipio.

Questo libro scritto da un uomo allo stesso tempo medico e filantropo, osservatore minuto e ragionatore logico, torna specialmente utile per i capitoli concernenti le epidemie ed endemie che infestano la città di Napoli, e per la proposta riforma igienica della città, desunta dai criterii della Statistica medica.

Una volta Napoli fu tenuta uno dei più salubri soggiorni di Europa. Oggi gli stranieri la evitano come luogo infetto, e nella più celebre Guida di Roma — quella di Murray — si legge che il clima di Roma è calunniato, che la maggior parte delle febbri dette romane sono importate dai viaggiatori provenienti da Napoli. Questa è certo un’esagerazione, ma nessuno può visitare i quartieri popolosi della città di Napoli senza maravigliarsi, non già che molti si ammalino, ma che tutti non muoiano — che il colèra e il tifo non facciano tavola rasa nei fondachi, nei bassi, nei sotterranei e specialmente nelle locande; e non si può spiegare il sopravvivere del maggior numero che al modo di quella vecchia, la quale, a chi osservava che deve fare male alle anguille l’essere spellate vive: «Ci sono abituate,» — rispondeva.

Nel capitolo sulle epidemie ed endemie lo Spatuzzi osserva giustamente: «Non possiamo considerare una