Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/104

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III.

Una prosa, una poesia che colpisce senza la suggestione di un nome che la illumini della luce già conquistata da tutta una produzione felice antecedente, è un gentile trionfo spirituale per l’autore e per il lettore. Il convenzionalismo e l’indifferenza che adunano intorno all’opera artistica una ghiaccia ben più spessa e dolorosa di quella dell’Inferno Dantesco, non possono essere infranti che da un ingegno eccezionalmente saturo di vitalità. Questo specialmente per l’Italia, in cui il nome è tutto; in cui, ahimè, troppe volte la delicatezza svapora fra la maggioranza sgarbata e vistosa. Il Giorgieri-Contri è un giovine, quasi sconosciuto finora, che non ha pubblicato, ch’io mi sappia, nessuna raccolta di versi, che sta ora attendendo al suo primo romanzo; una personalità artistica ancora in bocciuolo; il momento

  1. Questo articolo fu scritto quindici anni or sono, quando il Giorgieri Contri, che ora ha un posto sicuro tra i nostri migliori poeti contemporanei, era ancora alle sue prime armi. L’autrice di questo scritto ha la compiacenza d’essere stata fra i primi a rilevare la delicata e originale personalità artistica di lui.

    (N. d. A.)