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viaggio al centro della terra 139

ginazione. Ritorno col pensiero alle età bibliche della creazione, assai prima della nascita dell’uomo, quando la terra incompiuta non poteva ancora bastargli. Il mio sogno anticipa allora all’apparizione degli esseri animati. Spariscono i mammiferi, poi gli uccelli, poi i rettili dell’epoca secondaria; infine i pesci, i crostacei, i molluschi e gli articolati. Gli zoofiti dal periodo di transizione alla lor volta ritornano al nulla.

Tutta la vita della terra si riassume in me; e il mio cuore è solo a battere in quel mondo spopolato. Non più stagioni, non più climi; il calore proprio della terra si accresce incessantemente e neutralizza quello del sole; la vegetazione si esagera. Io passo come un’ombra in mezzo alle felci arborescenti; calpesto con piede incerto le marne iridescenti e la creta screziata del suolo. Mi appoggio al tronco delle immense conifere e mi sdraio all’ombra dei sfenofylli, degli asterofylli, dei licopodi alti cento piedi.

Passano i secoli come fossero giorni! risalgo la serie delle terrestri trasformazioni. Le piante spariscono, le roccie granitiche perdono la loro durezza, lo stato liquido si sostituisce al solido per l’azione d’un calore più intenso; le acque scorrono alla superficie del globo, bollono, si volatilizzano. I vapori avviluppano la terra, la quale a poco a poco non forma più che una massa gassosa, riscaldata al calore bianco, grossa come il sole e splendida del paro.

Al centro di questa nebulosa, un milione e quattrocentomila volte più grande del globo ch’essa deve formare un giorno, io mi sento trascinato negli spazi planetari. Il mio corpo si assottiglia, si sublima alla sua volta e si mesce come un atomo imponderabile a quegli immensi vapori che tracciano nell’infinito la loro orbita infiammata. Qual sogno! dove mi trasporta? la mia mano febbrile ne scrive sulla carta i bizzarri particolari! io ho tutto dimenticato, professore, guida, zattera; il mio spirito è in preda a viva allucinazione....

«Che cosa hai?» mi dimanda mio zio.

I miei occhi spalancati si fissano sopra di lui senza vederlo.

«Bada, Axel, tu cadrai in mare!»

In pari tempo mi sento afferrare vigorosamente dalla mano di Hans; senza di lui, sotto il fascino del mio sogno, mi precipitavo nei flutti.