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viaggio al centro della terra 151

lieve fuoco di S. Elmo. La zattera se ne sta immobile nel mezzo d’un mare massiccio, senza ondulazioni. Ma se non camminiamo più, a qual pro serbare questa tela che può perderci al primo urto della tempesta?

«Ammainiamo, dico io: abbattiamo l’albero, sarà cosa prudente.

— No, per mille diavoli! grida mio zio; cento volte no! Che il vento c’incolga, che l’uragano ci trasporti, ma che io veda una buona volta le roccie d’una costa quando pure la nostra zattera dovesse spezzarvisi contro in mille frantumi!»

Queste parole non sono ancora pronunciate che l’orizzonte del sud muta d’un subito d’aspetto. I vapori accumulati si risolvono in acqua, e l’aria accorrendo con violenza per colmare i vuoti prodotti dalla condensazione diventa uragano. Essa viene dalla estremità più remota della caverna. L’oscurità raddoppia, ed è a gran fatica ch’io posso prendere qualche nota incompiuta.

La zattera si solleva e rimbalza. Mio zio stramazza di peso, io mi trascino fino a lui: egli si è aggrappato fortemente a un capo della gomena e sembra osservare con piacere lo spettacolo degli elementi scatenati.

Hans non si muove. I lunghi capelli spinti dall’uragano intorno alla faccia immobile gli danno una fisonomia bizzarra, perchè ogni estremità è irta di scintille luminose.

Il suo aspetto spaventevole è quello d’un uomo antidiluviano contemporaneo degli ictiosauri e del megaterio; nondimeno l’albero resiste; la vela si gonfia come una bolla che sta per scoppiare. La zattera fila con una velocità che non posso stimare, ma meno presto tuttavia delle goccie d’acqua che rimuove, la cui rapidità percorre delle linee rette e distinte.

«La vela, dico io, facendo segno di abbassarla.

— No! risponde mio zio.

Nej,» aggiunge Hans, tentennando dolcemente la testa.

Intanto la pioggia forma una cateratta muggente all’orizzonte verso il quale noi corriamo pazzamente, ma prima ch’essa arrivi fino a noi il velo delle nuvole si straccia, il mare ribolle e l’elettricità, prodotta da una vasta azione chimica che avviene negli strati superiori, è posta in gioco. Al rumore del tuono si mescolano i bagliori scintillanti della folgore; lampi innumerevoli s’in-