Pagina:Jules Verne - Viaggio al centro della Terra, Milano, Treves, 1874.djvu/173

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viaggio al centro della terra 165

qual traffico di uomini fossili abbiano fatto i Barnum ed altri ciarlatani della stessa farina. Mi è nota la storia della rotella di Ajace, del preteso corpo d’Oreste ritrovato dagli Spartani, e del corpo di Asterius lungo dieci cubiti, di cui parla Pausania. Ho letto i rapporti sullo scheletro di Trapani scoperto nel secolo XIV e in cui si voleva riconoscere Polifemo, e la storia del gigante disseppellito durante il secolo XVI nei dintorni di Palermo. Voi non ignorate al pari di me, signori, l’analisi fatta presso Lucerna nel 1577 dei grandi ossami che il celebre medico Felice Plater dichiarò appartenere a un gigante di diciannove piedi. Ho letto avidamente i trattati di Cassanione e tutte le memorie, gli opuscoli, i discorsi e i contro-discorsi pubblicati in proposito dello scheletro del re dei Cimbri, Teutobochus, re della Gallia, disseppellito da una cava di sabbia nel Delfinato, nel 1613. Nel XVIII secolo io avrei combattuto con Pietro Campet l’esistenza dei preadamiti di Scheuchzer. Ebbi tra le mani lo scritto intitolato Gigans...»

Qui riapparve l’infermità naturale di mio zio il quale in pubblico non poteva pronunciare le parole difficili, «Lo scritto intitolato Gigans...» riprese a dire.

Egli non poteva andar oltre.

«Giganteo...»

Impossibile! La parola. malcapitata non voleva venirgli fuori. Si avrebbe riso di gran cuore allo Johannaeum.

«Gigantosteologia!» finì di dire il professore Lidenbrock fra due imprecazioni.

Poi continuando con nuova lena e infervorandosi:

«Sì, o signori, io so tutte queste cose, e so pure che Cuvier e Blumembach hanno riconosciuto in questi ossami semplici ossa di mammuth e d’altri animali dell’epoca quaternaria. Ma qui il dubbio sarebbe ingiuria alla scienza! Il cadavere è là; voi potete vederlo e toccarlo, e non e già una scheletro ma un corpo intatto conservato per un fine unicamente antropologico.»

Io non ebbi certo il pensiero di contraddire questa asserzione.

«S’io potessi lavarlo in una soluzione d’acido solforico, disse altresì mio zio, ne farei sparire tutte le parti terrose e le conchiglie splendenti che sono incrostate sopra di lui, ma non ho il prezioso dissolvente; pure così com’è questo corpo ci racconterà la sua propria storia.»