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viaggio al centro della terra 35

delle strade-ferrate. Ma non ebbi il tempo di essere stanco di tale monotonia, perchè tre ore dopo la nostra partenza il convoglio si arrestò a Kiel a due passi dal mare.

Siccome i nostri bagagli erano registrati per Copenaghen non avemmo ad occuparcene; tuttavia il professore li seguì con occhio inquieto mentre venivano trasportati sul battello a vapore, dove disparvero in fondo alla stiva.

Mio zio nella sua precipitazione aveva così bene calcolato le ore di corrispondenza della ferrata e del battello a vapore, che ne rimaneva un’intera giornata da spendere. Lo steamer l’Ellenora non partiva prima della notte. Di qua una febbre di nove ore, durante la quale l’irascibile viaggiatore mandò a tutti i diavoli l’amministrazione dei battelli e delle ferrovie e il governo che tollerava simili abusi. Io dovetti far coro con lui quand’egli si rivolse al capitano dell’Ellenora volendolo obbligare a riscaldare la macchina senza perdere un momento: ma l’altro lo mandò a spasso.

A Kiel, come altrove, bisogna pure che una giornata passi; a forza di passeggiare sulle spiaggie verdeggianti della baia in fondo alla quale sorge la piccola città, di percorrere i boschi fitti che le danno aspetto d’un nido in un fascio di rami, dopo aver ammirato le ville provvedute tutte della loro casicciola di bagni freddi, dopo aver corso e bestemmiato, giungemmo finalmente alle dieci ore di sera.

I vortici di fumo dell’Ellenora si svolgevano nel cielo; il ponte sussultava ai fremiti della caldaia, noi eravamo a bordo e proprietari di due lettiere poste nell’unica camera del battello.

Alle dieci e un quarto furono sciolti gli ormeggi e lo steamer filò rapidamente sulle cupe acque del Gran-Belt.

La notte era nera; c’era una bella brezza ed il mare era alquanto agitato; alcuni fuochi della costa apparvero nelle tenebre; più tardi, non mi so dove, un faro scintillò sopra i flutti e fu tutto ciò che rimase nella mia memoria di questa prima traversata.

Alle sette del mattino sbarcavamo a Korsör, piccola città situata sulla costa occidentale del Seeland. Quivi balzammo dal battello in un altro convoglio ferroviario che ci precipitò attraverso una pianura che non aveva nulla da invidiare alle campagne dell’Holstein.

Mancavano ancora tre ore di viaggio prima d’arrivare