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viaggio al centro della terra 73

XVI.


La cena fu rapidamente divorata e la comitiva si acconciò alla meglio. Il letto era duro, il riparo poco solido, la nostra condizione penosa, a cinquemila piedi sopra il livello del mare, Tuttavia il mio sonno fu tranquillo durante la notte, una delle migliori ch’io avessi passato da gran tempo. Non sognai neppure.

La domane ci svegliammo mezzo gelati da un’aria molto frizzante, ai raggi d’un bel sole; io lasciai il mio letto di granito e andai a godermi il magnifico spettacolo che si svolgeva innanzi ai miei sguardi.

Io occupavo la vetta di uno dei due picchi dello Sneffels, quello del sud. Di là la mia vista si stendeva sulla maggior parte dell’isola. Per un effetto d’ottica, comune a tutte le grandi alture, le ripe si vedevano in rilievo, mentre le parti centrali sembravano sprofondarsi. Si sarebbe detto che una di quelle carte in rilievo di Helbesmer si spiegasse ai miei piedi; io vedevo le vallate profonde incrociarsi in tutte le direzioni; i precipizi scavarsi a somiglianza di pozzi, i laghi tramutati in stagni, i fiumi fatti rigagnoli, e alla mia destra si succedevano i ghiacciai innumerevoli e le molteplici vette, taluna delle quali aveva un lieve pennacchio di fumo. Le ondulazioni di queste montagne infinite, che i loro strati di neve parevano rendere schiumose, mi richiamavano in mente la superficie d’un mare agitato. Se mi volgevo verso l’ovest l’oceano si stendeva maestosamente come una continuazione dei vertici ondeggianti e il mio occhio distingueva a mala pena dove finisse la terra a dove incominciassero i flutti.

Mi tuffai tutto in quell’estasi incantevole che danno le alte vette, e stavolta senza vertigine, perocchè io m’avvezzava finalmente a siffatte sublimi contemplazioni. I miei sguardi abbagliati si bagnavano nella trasparente irradiazione dei raggi solari; dimenticavo chi mi fossi, dove fossi per vivere la vita degli elfi o dei silfi, immaginari abitanti della mitologia scandinava. M’inebbriavo della voluttà delle altura senza pensare agli abissi nei quali il mio destino dovea piombarmi fra breve. Ma fui