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viaggio al centro della terra 75

care il piede all’improvviso sì trovasse sostenuto dai suoi compagni. Questa solidarietà era cosa prudente ma non escludeva ogni pericolo.

Tuttavia, malgrado le difficoltà della discesa sovra pendii che la guida non conosceva, la strada fu fatta senza accidenti, tranne la caduta d’un rotolo di cordami che sfuggì dalle mani d’un Islandese ed andò per la via più breve fino al fondo dell’abisso.

Al mezzodì eravamo giunti. Alzai la testa e vidi l’orifizio superiore del cono che incorniciava un pezzo di cielo in forma di circolo quasi perfetto, e singolarmente ridotto nelle proporzioni. In un punto solo si staccava il picco dello Scartaris tuffandosi nell’immensità.

In fondo al cratere si aprivano tre bocche dalle quali, durante l’eruzione dello Sneffels, il focolare centrale cacciava le lave e i vapori; ciascuna di queste bocche avea circa cento piedi di diametro. Esse erano là, spalancate ai nostri piedi, nè io ebbi il coraggio di gettarvi lo sguardo. Il professore Lidenbrock, invece, avea fatto un rapido esame della loro disposizione; era ansante e correva dall’una all’altra gesticolando e pronunziando parole incomprensibili. Hans e i suoi compagni, seduti sopra pezzi di lava, lo seguivano collo sguardo prendendolo evidentemente per un pazzo.

Di repente mio zio gettò un grido; credetti che egli avesse posto il piede in fallo e fosse caduto in una delle tre voragini; ma no, ch’io lo vidi colle braccia stese, colle gambe aperte, in piedi dinanzi ad una roccia di granito posta nel centro del cratere come un enorme piedestallo fatto per la statua di Plutone. Egli era nell’atteggiamento d’uomo stupefatto, ma il suo stupore diè luogo ben presto a una gioia insensata.

«Axel! Axel! gridò, vieni, vieni!»

Accorsi. Nè Hans nè gli Islandesi non si mossero.

«Guarda!» mi disse il professore.

E condividendo il suo stupore se non la sua contentezza, lessi sulla faccia occidentale del macigno, in caratteri runici, mezzo rôsi dal tempo, questo nome mille volte maledetto:

«Arne Saknussem? esclamò mio zio dubiterai tu ancora?»