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82 viaggio al centro della terra


«Lo vedi, riprese a dire il professore; noi non abbiamo ancora che la pressione d’un’atmosfera, ed io non vedo l’ora che il manometro venga a sostituire il barometro.»

Questo strumento doveva infatti divenire inutile dal momento che il peso dell’aria avesse superato la sua pressione calcolata al livello del mare.

«Ma, diss’io, non è a temersi che tale pressione sempre crescente diventi penosissima?

— No, noi discenderemo lentamente, e i nostri polmoni sì avvezzeranno a respirare aria più compressa. Gli areonauti vengono a mancar d’aria negli strati superiori; noi invece ne avremo forse di troppo; ma io lo preferisco. Via, non perdiamo un istante. Dov’è il fardello che ci ha preceduti al fondo della montagna?»

Mi rammentai allora come l’avessimo invano cercato la sera prima. Mio zio interrogò Hans, il quale dopo aver guardato attentamente co’ suoi occhi di cacciatore, rispose:

«Der huppe!

— Lassù.»

Infatti l’involto si era appeso ad una sporgenza della roccia ad un centinaio di piedi sopra il nostro capo. Tosto l’agile Islandese sì arrampicò come un gatto, e in pochi minuti l’involto fu con noi.

«Ed ora, disse mio zio facciamo colazione; ma alla maniera di gente che può avere una lunga corsa da fare.»

Il biscotto e la carne secca furono inaffiati da alcuni sorsi d’acqua mescolata con ginepro.

Finita la colazione, mio zio trasse di tasca un taccuino destinato alle osservazioni; prese l’un dopo l’altro i suoi varii strumenti e notò i dati che seguono:

Lunedì 1.° luglio:

Cronometro: Ore 8.17 minuti del mattino
Barometro: 29 p. e 7 l.
Termometro: 6°
Direzione: E-S-E.

Quest’ultima osservazione si applicava alla galleria oscura, e fu indicata dalla bussola.

«Ora Axel, sclamò il professore con voce entusiasmata, noi stiamo per cacciarci davvero nelle viscere