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I NUOVI FATTI 23

simo allungamento del suo percorso, per esempio, lasciando l’altro invariabile, la coincidenza non avverrà piú fra i massimi da una parte, tra i minimi dall’altra, l’allungamento potrà essere tale che i massimi dell’uno coincidano con i minimi dell’altro e si avrà perciò oscurità; è il fenomeno delle “interferenze.” Diciamo una parola intorno alla sensibilità di questa esperienza: dato il valore enorme della velocità della luce e dell’estrema piccolezza di un’onda, si vede facilmente che la durata di una vibrazione è incredibilmente corta; infatti ce ne sono parecchie centinaia di trilioni in un secondo; ora, se il tempo che impiega la luce a superare uno dei percorsi non comuni, varia solamente di un millesimo di trilionesimo di secondo (1 diviso 1 seguito da 15 zeri), il metodo è così sensibile che permette di scoprire questa variazione. Naturalmente non bisogna vedere nelle indicazioni su riferite altro che un grossolano abbozzo del procedimento usato.

Appunto mediante questo metodo il celebre fisico francese Fizeau tentò nel 1851 di determinare l’influenza del movimento del mezzo sulla velocità della luce. Egli faceva passare in un tubo una corrente d’aria o d’acqua e paragonava le velocità nel senso della corrente, in senso inverso e senza corrente. Non ci occuperemo dei risultati ottenuti con l’acqua, nella quale il valore trovato è del resto, nelle condizioni normali, affatto differente da quello che ha nell’aria; ma per quest’ultima l’esperienza ha dimostrato con la piú grande precisione che il suo movimento non