Pagina:L'Effigie di Roma.djvu/26

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26 strenna festiva

punto perché Minerva, essendo occupata nell’incoronare Giove, dovette stare nel posto più commodo per questo atto.

Il monetario C. Poblicius Malleolus ha più volte amministrato la zecca. In principio era uno dei colleghi più giovani, coi quali L. Licinio o Cn. Domizio fecero negli anni 645-650 i bigati già mentovati di Marte colla tuba gallica. Il suo nome vi si trova scritto sull’averso attorno alla testa di Minerva colle lettere C. MALLE. C. F. Poi egli alla sua volta era anziano di un collegio, come rilevo dal fatto, che oltre al denaro che sto per illustrare ne esiste un altro anche più comune coi medesimi tipi, ma colla giunta dei due nomi scritti sull’averso L. METEL. A. ALB. S. F. Riservando il lato nobile al proprio nome Malleolus ha aggiunto i nomi dei colleghi L. Metellus e A. Albinus Sp. P. sull’averso10. Infine c’è anche un terzo denaro col suo nome, dove la medesima divinità che si riscontrò sul bigato cioè Marte è rappresentata tanto sull’averso quanto sul riverso. Il nome del monetario vi è scritto in modo più breve C. MAL e sta qualche volta sopra un lato d’una tavoletta bipartita, disegnata nel campo del riverso, mentre l’altro lato della tavoletta esibisce la lettera P, abbreviazione della formola publica ossia argentum publicum, che serve a legalizzare la moneta nel medesimo modo come la parola Roma l’aveva fatto sui denari più antichi11. Siccome sul denaro, onde faccio discorso, lo stesso Malleolus ha adoperato la parola Roma per illustrarne il tipo, s’intende che egli non poteva ripeterla sull’altro denaro nel senso antico, ma era obbligato a cambiare di formola. Peraltro si può domandare se i suoi due denari più recenti con Roma e con Marte siano soltanto due serie differenti della medesima amministrazione, o se appartengano a due anni diversi. È vero che nel periodo quinto alcuni monetari non solo hanno fatto uso di lettere ed altre note monetali, ma pure di variazioni introdotte negli stessi tipi per avere un numero di