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rando a poco a poco....» Noto invece che il vicino Calabritto ebbe in tale congiuntura a risentire poche lesioni e pianse una sola vittima.

Riferendoci invece a terremoti indubbiamente esocentrici, vediamo che il parossimo beneventano del 1688, trovandosi la sua area epicentrale a breve distanza dalle citate località, deve avervi causato al certo danni rilevanti; e così pure dicasi dell’altro successo nel marzo 1702, quantunque in proporzioni di gran lunga meno gravi, risultando minore assai la violenza avuta dalla scossa all’epicentro.

Nel grande terremoto del 1732 le località che interessano il presente studio risultano al lembo estremo della zona disastrosa: è noto infatti come Teora sia rimasta in tale congiuntura del tutto distrutta con 62 morti e moltissimi feriti; che Caposele sia stato interamente disfatto, però con un numero esiguo di vittime; come Conza abbia avute molte case affatto abbattute, e le altre quasi tutte lese e pericolanti: le relazioni d’allora ricordano che sotto le macerie della sola chiesa maggiore di questa località rimasero schiacciate 50 persone e 25 altre più o meno gravemente ferite: Calabritto infine anche in questa occasione ebbe a soffrire incomparabilmente danni minori.

Come adunque si vede le maggiori e più conosciute manifestazioni irraggiate dalla zona sismica beneventano-avellinese ànno colpito i pressi di Teora e di Caposele in modo rovinoso o disastroso. Dato ciò è pur probabile che anche i grandi terremoti beneventani del 369, 1095, 1139, 1158 e 1782, abbiano pur essi, proporzionatamente alla violenza della scossa all’epicentro, causate rovine a tali località. Così pure dicasi delle manifestazioni che si possono identificare con il parossismo del 1732, quali ad esempio il terremoto del 1550, che sappiamo aver subbissato Ariano e danneggiato il Vallo di Diano, quello del 12 giugno 1794 che causò danni ad Ariano, a Dentecane ed a Monte Calvo Irpino......

Nemmeno Caposele e Teora devono essere rimasti immuni del 990, allorquando furono dalle forze endogene messi e soqquadro Benevento, Ariano, Frigento, Conza ecc. e nel 1180, anno in cui Ariano fu di bel nuovo distrutto da un altro parossismo che sappiamo essersi propagato rovinosamente pur anco a Napoli.

Portando ora il nostro esame ad un’altra zona di attività sismica, ricorderò come il grande terremoto del Matese, accaduto il 26 luglio 1805, abbia inferto danni sebbene non gravi a Caposele ed a Teora, trovandosi questi paesi appena esteriormente alla isosisma delimitante l’area delle rovine: in tale occasione giova tener presente che Bojano venne completamente distrutto.