Pagina:L'asino d'oro.djvu/139

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libro quinto 123

chi di Venere, lacerava quel garrulo e soverchio curioso uccello il suo figliuolo. Laonde ella, messa subito una grandissima voce, disse: Adunque si tiene quel mio figliuolo la concubina? deh! di grazia tu, che solo se’ così amorevole ne’ miei servigj, dimmi il nome di colei, la quale ha stimolato per sì fatta maniera un nobil fanciullo senza barba, o se ella è del gregge delle Ninfe, o del numero delle Iddee, o del coro delle Muse, o della famiglia delle mie Grazie. Non celò ancor questo segreto il loquace uccello, e disse: Io non so ben, la mia padrona, le sue qualità, pur mi par essere accorto ch’ella sia donna mortale, e se io me ne ricordo bene, Psiche la ho sentita nominare. Non potè più Venere, udendo sì fatto nome, e raddoppiato, anzi per ognun cento accresciuto lo sdegno, gridò forte: E tanto peggio: Psiche adunque, l’emula della mia bellezza, la mia vicaria, la involatrice del nome mio, ama questo pessimo di tutti gl’Iddii? E quello che mi raddoppia la stizza, che ci sono stata adoperata per ruffiana; posciachè per lo mio mostrargliele, egli ne è amante divenuto. E con queste e altre più querule parole rammaricandosi, con gran fretta uscitasene del mare, se n’andò alla sua aurea camera; e ritrovando esser vero tutto quello che le era stato detto, cominciando a gridare fin dalla porta, diceva: Belle opere son queste per certo, e convenienti alla nostra nobiltà! la prima cosa mettersi sotto a’ piedi i comandamenti della sua madre, anzi della sua signora: e un fanciullo dell’età che se’ tu. prendersi per sua colei, che come mia capitalissima nimica io ti aveva imposto che con vilissimo amore tu cruciassi; e congiugnersi con sì ignobil femmina a’ suoi non leciti e immaturi abbracciamenti, acciocchè Venere avesse a sopportare di vedersi per nuora una sua vil fanticella. Ma tu ti dai forse ad intendere, sciocco che tu se’, guastatore d’ogni cosa, che non se’ buono se non tra il tuo fuoco e fra le tue fiamme, che io sia così vecchia, ch’io non sia più abile ad ingravidare? Io voglio adunque che tu sappi, che io sono