Pagina:L'asino d'oro.djvu/195

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libro ottavo 179

rito: correvano le squadre degli addolorati cittadini, e ritrovata la miserella, accompagnavano il suo dolore, e tutta si era vota la città, non potendo credere, se e’ nol vedevano con gli occhi, l’atroce misfatto. Arrivata che fu la sconsolata donna al luogo dove giaceva il morto giovane, gittataseli addosso con grandissimo empito, non pareva che altro quivi far volesse, se non iscioglier lo spirito dal suo corpo, acciocchè libero di quello incarico e’ seguitasse quel del morto marito: e certamente che, secondochè era il suo desiderio, ella vi si sarebbe morta; se non che tolta d’indi per forza de’ suoi carissimi genitori, pur si rimase in vita. Ma quivi più assai di lei si lamenta Scannadio, chiamando quel suo amico, fratello; e le lagrime, che prima non erano volute uscire, ora per allegrezza largamente si dimostrarono. Or fornite l’esequie, delibera Carite al suo marito accompagnarsi, non per laccio, nè per coltello, ma per fame lentamente morendo. Scannadio con ostinata instanza, or per sè stesso, or per altrui, e finalmente per lo padre e madre di lei, al vivere la costringe; ma quella pur nelle radici del petto, anzi nelle midolle estreme avea il dolore infisso del morto marito, la immagine del quale, fatta formare con gli ornamenti del Dio Bacco, adorava, stando tutti i giorni e tutte le notti nel lagrimoso desiderio, ch’avere più non isperava. Ma Scannadio, d’animo strabocchevole in ogni cosa, e temerario in questa ch’egli tanto desiderava, non aspettò che il dolore piangendo saziato fusse, nè invecchiato dal tempo avesse minor forza a contrastare al suo volere; anzi con molta instanza si mosse a dimandare il matrimonio di lei: di che tanto fu Carite smarrita, quanto d’altro uomo percossa non sarebbe. E già nella mente s’indovinava il falso tradimento da Scannadio composto: pure, mossa da ottimo rispetto, prolungò il desiderio suo sotto incerta speranza. In fine, brevemente, tra questi indugi la misera anima dell’ucciso Lepolemo apparve in sogno alla moglie, sanguinosa; e con pallida faccia, mostrando le ferite, pareva così dire: Moglie mia