Pagina:L'astronomo Giuseppe Piazzi.djvu/66

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PRIMI SUCCESSI. 57

che le fa pubblicare ne’ suoi volumi sotto il titolo di Transazioni filosofiche. Questo primo successo gliene facilitava altri. Difatti, fornì a’ giornali di Londra vari

    di Venere, trovò che la punta meridionale non appariva esattamente della solita sua circolar forma, ma piuttosto piegata in forma di un uncino, stendendosi al di là del semicerchio illuminato entro l’emisfero oscuro.
    Questo fenomeno, a dir vero, sebbene gli recasse qualche meraviglia, era da lui già stato altra volta osservato; ma un altro più singolare, e non mai veduto prima, grandemente lo colpì, ed impegnò tutta la sua attenzione. La punta settentrionale finiva in una sottile linea, nella stessa guisa della meridionale, ma non si avanzava entro l’emisfero oscuro. Dalla sua estremità però, la cui luce, sebbene gradatamente più fiacca, conservava nondimeno una sufficiente vivezza, stendeasi entro di esso emisfero oscurò nella direzione del lembo una striscia di luce azzurra e sbiadata; la quale sebbene non avesse sempre la medesima intensità, non si spegneva però mai e, quantunque sommamente languida, si poteva pienamente distinguere e coll’ingrandimento di 75, e coll’altro di 161, di cui a vicenda egli si serviva. Appariva dappertutto non solamente di una estrema languidezza, ma, paragonata colla luce della estremità delle punte, questa languidezza medesima sembrava di un particolar genere tendente ad un grigio pallido, e simile in alcuni punti alla nostra più debole luce crepuscolare.
    La seguente notte, quella cioè del 10, nella quale conservò l’aere la stessa serenità e tranquillità, non fu in grado lo Schröter di valersi del telescopio di 7 piedi; non di meno con uno di soli 4 giunse a distinguere, sebbene con non molta nettezza, singolarmente uncinata la punta meridionale; però, ciò ch’è più


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