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Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/316

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288 loggia.


stanco; vb. ags. slavian, poltroneggiare, aat. mat. slêwen, marcire. A tema aat. slaf spettano ancora slaffo slaffig slappe, slaffi slaffida slaffen. Quest’ultimo è il vb. aat. slâfan slâfen, mat. slâfen, as. slâpan, got. slepan, tm. schlafen, dormire [Schlaf sonno, riposo] ags. slâpan slaepan, ing. to sleep, afris. slêpa, ol. slaepen, riposare dormire. L’affinità ideologica fra “riposare, dormire” e “l’esser fiacco, rallentato” salta agli occhi d’ognuno, poichè il sonno non è che uno stato di languidezza e spossatezza. Ci sono anche: aat. arslaffen, snervare, dial. schluffen, schloffera, schlopfera, (Diefenbach). Il got. * slapa, secondo il Kluge, sarebbe formazione da rad. slêp, dormire, come lata, pigro, marcio, da rad. lête, allentare, rilassare. Ma di questa rad. avremo occasione di occuparci di nuovo alle voci Schiaffo e Sleppa. Per ora ci limitiamo a confrontare a ger. slapa “lento, fiacco” l’a. sl. slabû lento, debole, stanco, trascurato, slabota, slabosti, debolezza, slabiti, fare debole, esser negligente, Micklos. 854, e poi. slaby, lento, lett. slábs slabans, debole, l. lâbi, sdrucciolare, labare, vacillare. Passando in it. il voc. ger., che ci venne sicuramente per mezzo dei Longobardi giacchè non si incontra nelle lingue sorelle, perdette la s iniziale, come avvenne in parecchi altri casi.

Loggia, edificio aperto che si regge in su pilastri o colonne, coperta, difesa, riparo (Fra Giordano, Villani, Petrarca). Questo, coi corrispondenti lomb. piem. lobia, lad. laupia, port. loja, sp. lonja, prov. lotja, fr. loge, galleria, capanna, tenda; immediatamente riposa su mlt. laubia, che risale alla sua volta ad aat. loubâ loupa louppea loubja, galleria, sporto, portico, riparo fatto sopra il piano superiore d’una casa contro la pioggia e i raggi del sole. Il mat. era loube löube, atrio, tribunale, antisala. Il tm. è Laube, e vale “frascato, pergolato”; significato etimolomente giustissimo, giacchè questi ripari o gallerie sopra i tetti erano coperti di foglie; ma che ad ogni modo non ricorre nè nell’aat. nel mat., nei quali corrispondeva a