Pagina:La Cicceide legittima.djvu/207

Da Wikisource.
200

La vecchia di Zeusi.

liv.
Z
Eusi, quel sì grand’uom nella pittura

     Ho letto, che dipinse al naturale
     Con un ceffo ridicolo e brutale
     4Una vecchia d’orribile figura;
Ma che poi nel mirar quella fattura
     Ne morì dalle risa: Or simil male
     Temo anch’io per D. Ciccio, essendo eguale
     8La causa, onde provvien la mia paura.
Però che nel mirar tanti ritratti,
     Che sempre similissimi al suo viso,
     11Benché in forme diverse, ho di lui fatti,
Temo, ch’un dì per l’abbondar del riso
     Gli spiriti compressi, e sopraffatti
     14Mi faccian restar morto a l’improvviso.


D. Ciccio vestito di Scarlatto.
Al Sig. Ottavio Carli.

lv.
C
Arli, per quanto veggo, e a me ne pare,

     D. Ciccio è assai vicino a dar nel matto,
     Dimostrando pur troppo a più d’un atto,
     4Che ’l cervel gl’incominci a dondolare,
Ma, per toccarne alcun particolare,
     Sappi, che s’è disdottorato affatto,
     Mentre, tutto vestito di scarlatto,
     8Ha dato bando all’abito talare.
Quand’jer però con quel vestito in dosso
     Casualmente io l’incontrai per via,
     11Dissi, da riso, e da stupor commosso:
Adesso veramente affermar posso,
     Che’l Busol non ha più l’antipatia,
     14Cui Natura gli die; col color rosso.



La