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fratellanza e morale | 149 |
mentalità, di sensibilità non educata, ingenua, ma che pur troppo può recare serie conseguenze.
Questa mancanza di sano criterio, di sana valutazione dei bisogni della vita, cioè della Realtà in tutti i suoi aspetti, non si potrà correggere che con lo sviluppo del discernimento e con la ricerca impersonale, disinteressata, della Verità assoluta.
Che cosa è però la Verità assoluta?
In un’enciclopedia ho trovato la seguente definizione: «La Verità assoluta è quella verità, che è indipendente da tutte le circostanze di tempo e di luogo ed avente l’universalità per carattere fondamentale. Ciò che inalza l’uomo al di sopra di tutte le creature non è già la grandezza nè la forza, ma sì il pensiero, l’essere egli capace di conoscere sè medesimo e ciò che è. Ogni verità è lume per l’uomo, poiché conoscere e possedere la verità è conoscere le cose quali sono realmente, è vederle senza illusioni, senza equivoco, senza che vi si frammischi nessun errore. L’opera delle generazioni successive è di sviluppare il fondo primitivo di verità che l’uomo ha ricevuto in retaggio dai suoi avi. La potenza e la grandezza del genere umano sono in ragione di questo capitale sempre crescente di verità, ch’esso trae dall’osservazione del mondo esteriore e dallo studio di sè medesimo».
Ora avviene che tutti dicono di cercare la verità, ma che i più, forse perchè il suo splendore è troppo abbagliante, se anche ne scoprono un lembo, si affrettano immediatamente ad attenuarla, a velarla coi loro ideali chimerici e sentimentali. Spaventati dalla tremenda forza e bellezza della sua scultoria nudità, l’accusano d’inverecondia, di brutalità, e si affrettano a camuffarla nelle convenzioni, simili in ciò ai timorosi che di pudiche foglie e di goffi panneggiamenti