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118 la natura

1035Vediam ch’esso si cangia e vario splende,
Come un obliquo o dritto raggio il tocchi?
Così di contro al Sol piuma, che il collo
1038Di colomba incoroni e la cervice,
Qual fiammante piròpo or s’invermiglia,
Or tal senso ne dà che mescer sembra
1041Con il corallo insiem verdi smeraldi;
Così piena da larga onda di luce,
A seconda che intorno ella si volga,
1044La coda del pavon varia colori;
Che, nati essendo a un tal colpo di luce,
Stimar dobbiam, che non sarían senz’esso.
1047E, già che la pupilla in sè riceve,
Quando diciam che percepisce il bianco,
Un tal gener di colpi, e un altro allora
1050Che sente il nero, o qual si sia colore,
Nè importa già di qual color dotate
Sian le cose che tocchi, ma più tosto
1053Di che figure mai siano fornite,
Concludere possiam, che i corpi primi
Uopo nessuno di color non hanno,
1056Ma solo hanno mestier di varie forme,
Perchè possan produrre i varj tatti.
     Già che in oltre il colore in forme certe
1059Non ha certa natura, e in qual ti vogli
Colore esser ben può qualunque forma
Di semi, perchè ciò ch’è da lor fatto