Pagina:La Natura.djvu/381

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libro sesto 379

1113Poichè molta di male ha copia intorno.
     Anco avviene talor, che questa istessa
Forza e questo avernale alito il posto
1116Fra la terra e l’augello aere discacci,
Così che quasi un vuoto ivi rimagna;
E se i volanti arrivano a tal loco,
1119Rattrappisconsi a l’improvviso, tentano
Reggersi su le penne inutilmente,
E d’ambo i lati invan l’ale dibattono;
1122Ma quando più a librarsi e star su l’ale
Forza non han, dal proprio peso in terra
Sono a piombar naturalmente attratti;
1125E, cadendo nel loco, ove già s’era
Quasi un vacuo formato, ivi da’ varchi
Tutti del corpo l’anime dispergono.

1128[M.] Più fredda poi ne’ pozzi al tempo estivo
L’acqua si fa, perchè a cagion del caldo
Si dilata la terra, e se alcun seme
1131Ha di vapor, tosto ne l’aure il manda.
Più dunque di calor vuota è la terra,
Più l’umor chiuso in lei fresco diviene.
1134Quando poi tutta a l’azïon del freddo
Si restringe la terra, si contrae,
Si addensa quasi, avvien naturalmente
1137Che, se porti in sè stessa alcun calore,