Pagina:La Riviera di San Giulio Orta e Gozzano.djvu/67

Da Wikisource.

63

porsi ai Francesi nella Valsesia, che pochi giorni innanzi avevano saccheggiata; e nel 1675 marciarono al lungo della Riviera alcune bande di cavalli spedite in soccorso della Borgogna; e nei 1684 portaronsi in Valsesia 200 Spagnuoli passando per Gozzano e Pella condotti dal Capitano D. Giovanni Moreno; di qui il conte di Melegar Governatore di Wlano coll’esercito Italo-Ispano nel 1695 quando andò a pugnare cogli Svizzeri al ponte di Crevola, della quale pugna cantarono con eleganti versi latini Martino Brugnetti, ed il P. Semengio sotto il nome di Gian Giacomo Scaciga: di qui le truppe del re di Sardegna quando nel 1798 vennero a combattere i repubblicani capitanati da Seras e Léotaud sui piani di Gravellona e di Ornavasso; ed i soldati del Principe di Rohan, quando nel 1799 cedettero alla soldatesca di Massena l’intiera Ossola, e la Riviera minacciati da lei e pel Sempione e pei monti della Valsesia. Dal che tutto si scorge quale importanza avesse in ogni tempo il passaggio per queste parti e per quelle alpi, e come sino d’allora si accennasse alla gigante sca opera della via del Sempione, che incominciata sul principio di questo secolo videsi compiuta ai nostri di dalla gran mente di Napoleone I. Questa strada giunta a Gravellona era già diretta a dover passare per la nostra Riviera, quando (non saprei se bene o male avvisato) l’Avv. Sigismondo Ruga di Gozzano intromettente nei consigli di Stato adoperossi per la sua direzione sul lago maggiore, come fu fatto.

XIV. E per ritornare là, donde ci tolse la digressione sul passaggio di G. Cesare, dirò che della nostra comunanza con Roma è certa prova lo stabilimento di molte famiglie fra noi, che erano romane, e per le quali con ragione asseriva Claudio Cesare presso Tacito lib. XI, n. 24, ipsam civitatem romanam ad alpes promotam, ut non modo singuli viritim, ned terræ gentesque in nomen nostrum coalescerent. In quella maniera che molte famiglie fatte cittadine di Roma, tuttochè d’altre cittadi fossero, quali i Giulii d’Alba, i Coruncani da Camerio, i Porzii da Tuscolo, mescolaronsi con usanze, arti e parentadi coi romani, e portarono anzi là che tenersi qua il loro oro e ricchezze, e per il nerbo del sapere e della forza loro ne rinvenne anche lo imperio stanco; così pure altre famiglie romane anteponendo