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tempo Pasquale de’ Virgilii tradusse le tragedie del poeta inglese, e la traduzione fu pubblicata a Brusselle nel 1841 con nitidezza di tipi; e Pietro Paolo Parzanese, con la collaborazione di Carmine Modestino, ne traduceva le Melodie ebraiche squisitamente, e le pubblicava a Napoli nel 1837,1 dedicandole allo stesso Modestino, il quale con la sua perizia nell’idioma del Tamigi gli era stato di aiuto nella traduzione. Il De’ Virgilii, intendente di Teramo nel 1860, dopo che venne largita la costituzione, morì conservatore delle ipoteche a Trani. Era un romantico, con tutte le qualità e le iperboli dei romantici, e la sua collaborazione nelle strenue veniva ricercata.
Per il capodanno del 1858, il Nomade offrì ai suoi lettori una strenna speciale. Figuravano, tra i poeti, Stanislao Gatti, Carlo de Cesare, Saverio Baldacchini, Vincenzo Baffi, Luigi Indelli, Giuseppe Campagna, Ottavio Serena, il duca di Ventignano e Luigi Coppola; e tra le poetesse, Irene Capecelatro, sorella di Giuseppe Ricciardi e Ada Benini, toscana. Federico Quercia nel giornale stesso ricercò il valore dei diversi poeti.
Geniali per varietà di argomenti erano le strenne dell’Omnibus. Fu notevole quella del 1858, dal titolo La Sirena, messa insieme da Vincenzo Torelli e dai suoi figli Cesare e Achille e illustrata dai ritratti di Filippo II, Carlo V e Tommaso Grossi, e dalla riproduzione degl’Iconoclasti del Morelli e della Morte di Abele, cartone di Michele de Napoli. Una strenna pubblicò nel capo d’anno del 1857 lo Spettatore napoletano, con versi di Baldacchini, di Baffi, di Enrico Cenni, di Sabino Loffredo, di Angelo Santangelo, del Campagna e dei due Arabia; con prose del Manna e del duca Tomacelli e delicate riduzioni, una di Goethe fatta da Federico Persico, ed una di Longfellow, da Stefano Paladini. Come si vede, gli scrittori delle strenne, così di prosa che di versi, erano sempre gli stessi.
Oltre a quelli nominati, è giusto che ricordi Venturina Ventura di Trani, Emanuele Rocco, Domenico Bolognese, Giuseppe Sesto Giannini, Raffaele Colucci, Quintino Guanciali, Raffaele d’Ambra, Simone Capodieci, Carlo Massinissa Presterà, Vincenzo Baffi e Leone Emanuele Bardare, i cui nomi si vedono più spesso ripetuti in tutte quelle infinite raccolte, che si stampavano col nome di Strenne a Capodanno e a Pasqua o, sotto altro nome, in occasione di nozze, o di morti, come si è detto.
- ↑ Tipografia del Tasso.