Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/142

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al ministero della guerra dopo il 1870, e fu anche scrittore del Fanfulla della prima maniera. Al Palazzo di Cristallo, nel quale scrivevano pure il Rosati ed Ernesto del Preite, successe nel 1868 il Diavolo Zoppo, con caricature. Per due o tre numeri ne figurò direttore Achille Torelli, giovanissimo; poi la direzione passò a Francesco Mazza Dulcini, ma lo scrittore principale e più fecondo n’era l’Orgitano. Il giornale fu soppresso nel 1859 con un semplice avvertimento al tipografo, il quale era Emanuele Rocco, e con una lavata di testa all’Orgitano, salvato da male maggiore per opera di don Felice Marra, suo capo di ripartimento al ministero della guerra. Perchè fu soppresso? Il caso merita di essere ricordato. Si era ai primi giorni del 1859. Il Diavolo Zoppo pubblicò, come caricatura, una figura di donna che entrava in una tinozza e sotto vi erano scritti i versi del Petrarca:

Chiare fresche e dolci acque,
Ove le belle membra
Pose colei, che sola a me par donna.

La donna fu creduta un’allusione all’Italia e la tinozza al Piemonte. Il revisore non vi aveva veduta questa allusione, ma ve la trovò la polizia, onde il giornale fu soppresso e Rocco, revisore e tipografo, la passò brutta. Orgitano scriveva anche nel Nomade alcuni corrieri umoristici, sottoscritti Nemo, i quali facevano sganasciar dalle risa i numerosi lettori. Egli era stato il grande umorista del 1848, col suo celebre Arlecchino.

Il 20 marzo 1858, il Nomade pubblicò una vignetta rappresentante l’attentato contro Napoleone III dinanzi al peristilio dell’Opera, la sera del 14 gennaio. Nello stesso numero annunziava che il giorno 13 marzo, Orsini e Pieri avevano subita la pena capitale, e che i capelli di Orsini, rasi prima dell’attentato, cominciarono a farsi grigi quando comparve innanzi alla Corte, e divennero bianchi pochi giorni prima dell’esecuzione. Scrivevano in questo foglio giovani di valore. Gaetano Galdi seguitò a dirigerlo fin dopo il 1860. Nel settembre del 1858 lo stesso giornale pubblicò una serie di lettere di Luigi Indelli dal titolo: Sullo stato presente delle lettere a Napoli, che meriterebbero di esser lette da quanti amino farsi un’idea del movimento intellettuale in quegli anni. Anche Enrico Pessina vi scriveva articoli, ora di lettere ed ora di scienze. Fra i primi