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del 9 novembre 1858. Vi cantarono divinamente la Medori, Negrini e Coletti. Riscosse grandi applausi l’a-solo per clarino, eseguito dal Sebastiani, piacque la marcia funebre e se non destò proprio entusiasmo la prima sera, il successo andò via via aumentando. Esito infelice ebbe, sulle stesse scene, nel marzo del 1859 Il saltimbanco del Pacini. Il saltimbanco fece "un salto mortale„ scriveva il Nomade e continuava:
Spargiam d'immonda cenere |
E qui occorre narrare una pagina di storia teatrale, che nessuno forse più ricorda. Nella stagione del 1858 al San Carlo, si sarebbe dovuta rappresentare una nuova opera scritta appositamente da Giuseppe Verdi; ma per gli incidenti che sorsero non potè farsi e il contratto ebbe una fine talmente comica, che vai la pena di raccontare. Fin dal 1856 Vincenzo Torelli, come segretario dell’impresa dei regi teatri, invitò il Verdi a scrivere un’apposita musica per il San Carlo. Verdi rispose non poterlo fare per quell’anno e non poter accettare la cessione, che l’impresa napoletana aveva fatto della proprietà di opere scritte per lei, ad altre imprese italiane e straniere: qualora si decidesse a scrivere, e forse avrebbe scritto il Re Lear, chiedeva una compagnia di sua soddisfazione e seimila ducati di compenso. Messisi d’accordo su tutto, all’impresa che insisteva perchè accettasse la Penco per il Re Lear, Verdi, il 7 dicembre 1856, rispose da Busseto in questi termini: " Rispondo, signor Torelli, poche parole di volo alla vostra del 27 corrente per dirvi che mi è impossibile il fatto della Penco. È nelle mie abitudini di non lasciarmi imporre da nessun artista, tornasse al mondo la Malibran. Tutto l’oro del mondo non mi farebbe rinunciare a questo principio. Io ho tutta la stima del talento della Penco, ma non voglio che ella possa dirmi: signor maestro, datemi la parte della vostra opera, la voglio, ne ho il dritto„.
Si accordarono però sulla non rappresentazione del Re Lear, scegliendo invece altra opera adatta per la Penco, e il contratto venne sottoscritto nel febbraio del 1867. Fu scelto il Gustavo III di Scribe, del quale Verdi rimise il libretto, svolto completamente con tutte le scene, i dialoghi e le parlate, salvo