Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/402

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mentale e l’orto agrario, non che il liceo e il convitto, di cui era rettore il padre Carlo Maria Blois, napoletano, fratello dell’ ingegnere di ponti e strade, Fedele Blois, che accompagnando il duca di Calabria a vedere i lavori di fortificazione a Gaeta, cadde e si ruppe un braccio. Francesco ricordò il doloroso incidente al padre Blois. Nella cappella del collegio, il duca di Calabria s’inginocchiò al disotto del gradino dell’altare, dicendo: “Sul gradino, no, perchè questo è il posto dei preti„ . Pietro Acclavio di Taranto, alunno del convitto, declamò in quella occasione una poesia scritta dal padre Baroni, maestro di rettorica, per accompagnare il dono d’un quadro rappresentante la Madonna col bambino. La poesia cominciava cosi:

L’immagin di Colei che t’ama tanto
E che tu riami ....

Durante la visita al collegio, l’intendente Sozi Carafa, stanco e assonnato, si buttò sopra un divano e i principi nell’uscire lo sorpresero che russava. I principi videro anche gli orfanotrofi di San Ferdinando e di Santa Filomena e il convitto delle suore della Carità. Queste, per mezzo dell’intendente, avevano mandati alla Regina alcuni oggetti tessuti con lana di pesce che si raccoglie nelle acque di Taranto.

L’arrivo del Ramaglia aveva convinto tutti che le condizioni di Sua Maestà erano piuttosto gravi, ma, qualche giorno dopo la venuta del celebre medico, si verificò un notevole miglioramento. Diminuì la febbre, anzi scomparve addirittura il 23, vigilia dell’arrivo in Brindisi degli arciduchi d’Austria, Guglielmo e Ranieri e dell’arciduchessa Maria. L’arciduca Guglielmo e l’arciduchessa Maria erano germani della Regina Maria Teresa, e l’arciduca Ranieri era marito dell’arciduchessa Maria. Andavano a Lecce per informarsi della vera malattia di Ferdinando II, della quale erano pervenute notizie allarmanti alla Corte austriaca, e per fissare il giorno della partenza di Maria Sofia, la quale aspettava da più di una settimana a Vienna, col suo seguito.

Gli arciduchi la mattina del 24 sbarcarono dal vapore Elisabetta nel porto di Brindisi e furono ricevuti dall’intendente, mandatovi dal Re apposta. Partiti subito alla volta di Lecce, furono incontrati, a mezza strada, dai principi Francesco,