Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/145

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desiderare, tanto che don Lionardo Vigo di Acireale, l’autore del Ruggiero, il siciliano più siciliano e più enfatico del suo tempo, facendo nel giugno del 1861 un viaggio nell’alta Italia, scriveva da Torino: “A Torino sono alberghi e trattorie di cui in Sicilia non si ha idea„.... E da Genova, il 4 luglio dello stesso anno: “Siamo barbari a lato a Genova„ . E persino parlando di Aci, sua patria, da lui tanto amata e cantata, scriveva dopo aver visto Como “Como è Aci gentile, Aci è Como selvaggio„; e da Milano, il 6 giugno 1861: “Torino è glaciale e francese; Milano è caloroso ed italiano„. Sono lettere caratteristiche scritte al padre, alla moglie e al figlio. Fu quella la prima e ultima volta, in cui il Vigo, sessantenne, lasciò l’Isola nativa.1


Il giuoco del lotto, ripristinato nelle provincie napoletane l’anno 1713, passò e si diffuse in breve tempo in Sicilia ove fu chiamato: Iocu di Napoli. La superstizione popolare siciliana lo favorì grandemente, e fin d’allora furono formulati dal popolo tutti quei proverbi e modi di dire caratteristici, che ancora rimangono. Nè solo il popolino giuocava, ma erano giocatori anche tutti quelli che costituivano la piccola borghesia, attratti dalla speranza di un grosso guadagno, e che volentieri si privavano ogni settimana di quanto non era strettamente necessario, e tentavano la fortuna. Così sorsero cabale, regole e controregole, alle quali con ardore e fiducia si applicavano le menti puerili e fantastiche di molti. I più reputati cabalisti erano per il solito, come sono oggi, i frati; e la cieca fiducia che essi riscuotevano, incitava molti a indossare la tonaca per sfruttare ancor meglio la superstizione popolare. Chi raggiunse maggior celebrità nell’Isola fu un tal frà Luigi, morto da una ventina d’anni, ma ancor presente alla memoria di molti. Ogni suo gesto, ogni sua parola venivano commentati, studiati diligentemente, e poi convertiti in numeri. Infiniti sono poi i metodi immaginati per favorire la vincita: la superstizione vi porta il maggior contributo con una caratteristica confusione di sacro

  1. Giambattista Grassi Bertazzi, Vita Intima. — Lettere inedite di Lionardo Vigo e di alcuni illustri suoi contemporanei — Catania, cav. Nicolò Giannetta editore, 1896, pag. 230 e 231 — Lo stesso autore pubblicò l’anno appresso, anche pei tipi del Giannetta: Lionardo Vigo e i suoi tempi.