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CAPITOLO XII
L’Atto Sovrano, approvato in massima nel gran Consiglio di Stato e di famiglia del 30 maggio, non venne fuori che il 25 giugno. Sarebbe molto difficile tener conto minuto di tutto quell’insieme di dubbi e di perplessità da parte del Re; d’intrighi, di sospetti e di paure da parte degli zelanti; ed anche delle pressioni diplomatiche del Brenier, con cui aveva stretto intimi rapporti il conte d’Aquila, il quale, divenuto ad un tratto, come si è visto, costituzionale e liberale, cercava di oscurare la fama del fratello, il conte di Siracusa, che, il 8 aprile, aveva scritta al Re la celebre lettera, la quale levò tanto rumore in Italia e in Europa. La conversione del conte d’Aquila alle idee liberali si rivelò dopo la catastrofe di Palermo. Divenne costituzionale arrabbiato e con lui quasi tutto il partito retrogrado. Il duca di Bivona diceva: “Senza la Costituzione non