Pagina:La moneta - vocabolario generale.pdf/40

Da Wikisource.
BAGATTINO — 24 — BAIOCCHELLA

di Ferrara (1361-1388), correva una piccola moneta di rame detta Bagafeno a 4 per Quattrino e 24 per Marchesano (soldo) (aami. ii.): lettera N nel centro, intorno marchio, nel R/ ferrara, stemma. In un decreto del 1317 datato da Treviso si nominano i Bagattini, mentre in Venezia fanno la loro prima apparizione in documenti del 1442. Nei Capitolari di Modena del 1498, 29 nov., troviamo i Bagattini di rame a 6 Sol. per lib. (czm. 301). Quelli di puro rame furono coniati in Reggio Emilia nel 1477 e pesavano gr.mi 2,60-1,15, e dovevano essere al taglio di 146 per lib. (gr.mi 2,20 circa). Nel 1486 furono coniati al taglio di 160 e nel 1500 di 156 per lib. Durò la coniazione dei Bagattini fino alla chiusura della zecca avvenuta nell’anno 1573. (F. Malaguzzi, rin., vii). Se ne coniarono per Brescia, Bergamo, Verona, Vicenza, Padova, Treviso e per il Friuli, di tipo, peso e titolo, varii, sotto il doge F. Foscari (1423-1457), in mistura, tit. 0,111-0,055, peso gr.mi 1,465, 0,306 - 0,569. Tipo: croce accantonata da ff dv e leone accovacciato, che tiene il vangelo con le zampe anteriori, ovvero: busto di S. Marco. Si vuole che il nome gli derivi da Bagattella parola usata in Italia ed in Francia per denotare cosa di poco conto o di valore minimo. In

Venezia - Ant. Trevisano Doge

(1533-1554).

Doppio bagattino.


Lombardia si usa anche oggi dire bagai per denotare un essere singolarmente piccolo, e bagatti per cosa di poco valore. Nel giuoco del Tarocco si chiama bagatto la carta di valore più basso (Pap. rin., v, 325; zmi., iii, 374; Brunacci, 46).


Bagattino di due metalli. Nel Museo Correr e civico di Venezia esistono due esemplari di Bagattini, uno dei quali è di rame con lo scudo centrale di ottone e l’altro di ottone col centro in rame; il primo pesa gr.mi 0,931, ed il secondo gr.mi 0,828. Furono coniati come prove di zecca sotto il Doge Leonardo Loredano (1501-1512) (pmv., II, 112).


Baggiane o Bagiane. Erano così chiamate volgarmente alcune monete della zecca di Mirandola del val. di 4 Sol. Furono bandite dai possessi di Guastalla nel 1640. In una tariffa del 1693 trovasi un accenno alle Baggiane di Modena, che si valutano a L. 3, 10 di moneta locale di Guastalla (zmi., 3, 97). Credo trattarsi di monete adulterate se si tiene conto che baggianata è sinonimo di sciocchezza.

Bagni. Il PROMIS (PMS., I, 316) dice: «....essere stati proibiti i patagoni ed i bagni, presso che le sole monete che corressero in Ginevra» riferendosi ad un bando del 1717 che

proibisce il corso di queste monete negli stati del Duca di Savoia.


Baiarda. Mon. di due Bolognini (testa e croce) corrente in Modena nel sec XVI. Ne andavano 184 o 185 per lib. di Modena con oncie 4 e den. 20 di fino; pesavano circa grammi 1,80. (czm., 229-230; doc., 28, 1554).


Baiella. Mon, della quale si fa menzione in una provvisione o bando di monete forestiere in Firenze del 4 Genn. 1625 ed in altra del 1635 (zmi., 1, 349). Egualmente in Siena correva una tal mon., che suppongo sia quella più generalmente chiamata Baiocchella. (pms., 67).

Baiocas - Bayeux Riineimo

Denaro - (gr. 1.05).

Baiocas civi. Zecca merovingia di Bayeux.


Baiocchella, Baiocchetto. Diminutivo dispregiativo di Baiocco. Erano piccole monete di bassa lega battute in varie zecche papali specie in Roma e poscia imitate in altre zecche minori italiane. Il Vettori, (Fiorino d’oro etc., 520) afferma erroneamente che correvano in Roma fino dai tempi di Giulio II (1503 1513). Come si vedrà parlando dei Baiocchi questi, che in origine erano di buono e fino argento, si vennero riducendo talmente di peso e di dimensione da renderli di difficile uso. Alcuni esemplari coniati sotto Paolo IV raggiungono appena il peso di gr.mi 0,25. Convenne, per avere una moneta di maggior dia metro, aumentare la mistura in rame e così la buona moneta di argento divenne moneta di bassa lega e di poco credito ed il Baiocco si disse per disprezzo Baiocchella. Forse la prima moneta che meriti quel nome fu coniata da Pio IV (1559-1565), ma non abbiamo documenti che ce ne diano il titolo e il peso. Con più sicurezza si può asserire trattarsi di Baiocchella la moneta di Paolo V (Cin., 47) col ritratto del Pontefice ed Alma Roma (mistura del peso di circa g. 1). Seguono quelle di Gregorio XIII (CIN., 285-305) e final mente quelle di Sisto V che avevano solo il 19 % di fino e che furono imitate e falsificate in alcune zecche d’Italia. Sisto V credette poter rimediare all’inconveniente, facendovi porre, per legittimarle, una piccola croce; ma anche questo contrassegno venne imitato e, dopo aver subito molte riduzioni di valore, le Baiocchelle furono bandite e soppresse, con decreto del 23 nov. 1592. Troviamo infatti in un diario mss. del Magalotti, all’anno 1592, mese di ott., che Clemente VIII ridusse le Baiocchelle di Sisto V al val. di 3 Quattr.; i soli fornari le dovevano prendere per 4 Quattr. e portarle alla zecca per levarle di mezzo. Furono poi proibite quando lo stesso papa fece battere i primi Quattr. di rame con l’impronta della Porta Santa (zmi., v; Scilla,