Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/145

Da Wikisource.

vista puntuale tutta una serie, che, poiché non vede le cose lontane come vicine, s’avvicina alle cose lontane per vedere: se l’interesse vuol chiarire un elemento che nell’attuale visione è incerto, esso si trasporta immediatamente a quello e lo fa oggetto della susseguente visione. Io sogno che uno mi racconta una cosa, poi sogno la cosa stessa (non come raccontata): la visione del mio colloquio è scomparsa ed è subentrata la visione della cosa (Mille e una notte): nel sogno non esiste realtà congiunta. Una facoltà potente di sogno è quella dell’artista che vede le cose lontane come le vicine e perciò le può dare così ch’esse appaiano nella loro reciproca relazione di vicine e di lontane.1

Il pittore che dipinge un viale ha nell’occhio e nella mano parallele le linee dei due filari, quando le fa convergenti; e gli alberi tutti della stessa altezza quando li fa digradanti; e tutti dello stesso colore, quando li fa via via più velati d’azzurro, di grigio, di bianchiccio, di viola, di rosso a seconda che l’aria è pura, nebbiosa, o passata dai raggi del sole al tramonto; e tutti illuminati allo stesso modo quando ne scema via via internandosi le differenze fra luce ed ombra.

Viene il semplice, e dice allora: «par vero» – viene il critico e dice: «che primi piani! che

  1. Bene dice Boccaccio:
    «Dante Alighieri son, Minerva oscura
    d’intelligenza e d’arte...
    L’alta mia fantasia, pronta e sicura...»