Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
secondi piani! che linea, che luce, che aria, che colorito!».
Si mette a dipingere il semplice: e va a vedere il principio del viale e poi la fine; vede che la larghezza è la stessa, e dipinge onestamente parallele le linee dei due filari, – e con lo stesso procedimento e la stessa onesta diligenza gli alberi uguali tutti l’altezza, uguali il colore, uguali l’ombreggiatura. –
Se viene un altro semplice s’accontenta di protestare che non capisce niente, o se conosce il materiale dice che «dovrebbe essere quel viale ma non si capisce niente» – ; ma il critico dice: «l’idea c’è – scuola gli manca». –
È che il semplice ha portato la sua facoltà di vedere passo per passo lungo tutto il viale, a «veder da vicino le cose lontane» e le ha date via via come da vicino le ha viste. Egli ha ripetuto la vicinanza materiale per creare la vicinanza delle cose lontane. – Egli non ha comunicato l’intimità, la stessa natura dell’oggetto, ma lo ha significato con quelle apparenze che ogni volta lo fanno riconoscere1 a chi l’abbia già visto. –
Così quando parla egli si trascina attraverso le relazioni elementari dei concetti e per più girar che faccia non più ne prende.2
E le parole, come nel parlare rimangono oscure e vaghe, perdono la possibilità della pienezza delle riferenze per cui altrimenti sono perspicue. Da corpi vivi che