Pagina:La polizia di Londra.djvu/48

Da Wikisource.

— 46 —


16 È sentenza ripetuta dagli abolizionisti della pena di morte, che il peggior uso che si possa fare di un uomo, è quello d’impiccarlo; ora è ben peggiore quello che si fa di un furfante matricolato e invecchiato nel delitto, quando dopo una lunga serie di condanne, lo si getta sulla società! Perchè lasciare la libertà d’azione ai ladri incorreggibili? Non è almeno strano che, nel mentre si tengono chiusi tutta la vita dei poveri pazzi, perchè sarebbero un pericolo per la società, si lascino liberi dei ribaldi recidivi, assai più terribili e pericolosi? Giacchè non si vogliono più bandire dallo Stato, il solo rimedio che resta è di tenerli in carcere occupandoli in un utile lavoro.

L’attuale ordinamento della polizia di Londra non venne attuato senza vive opposizioni. E in ciò, se si comprende facilmente la repugnanza che in tutte le classi dei malviventi dovette suscitare una istituzione intesa a proteggere e difendere i galantuomini, non si trova ragione alla opposizione ben più grave che le fece specialmente la stampa liberale.

Allorchè doveva aver vigore la legge che istituiva la polizia della metropoli, il pubblico era preoccupato dal progetto della riforma elettorale; e siccome l’istituzione della polizia era essenzialmente dovuta a sir Robert Peel, così non si stette in forse, per odio contro l’autore, di denunziarla al pubblico, come un tranello tory contro la libertà del paese. Lo spirito partigiano usa ogni sorta d’armi, e ancora lungo tempo dopo la sua attuazione, la nuova polizia era, nei giornali popolari, segnata col marchio del partito che l’avea proposta: i constabili non erano altrimenti designati che coi nomi di Bobbies (Bob è, in inglese, il diminutivo di Robert), di Peelisti, di gamberi crudi, di Peel, ed altri siffatti.

Il più violento avversario della nuova polizia, era un giornale settimanale appartenente ad un noto alderman, che mirava colla sua opposizione a mettersi in evidenza e ad acquistare importanza politica. È divertente il rileggere ora quegli articoli, sebbene ben diverso ne fosse l’effetto al tempo in cui si pubblicarono, in mezzo ad un’agitazione vivissima dei partiti.