Pagina:La scotennatrice.djvu/76

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72 emilio salgari

curiosità, i dieci o dodici indiani che lo circondavano e che stavano seduti sulle calcagna, come era loro abitudine, conservando un silenzio religioso.

— Indiani questi brutti musi? ― chiese.

Yes, milord.

— Amici?

— Ah!... Non lo so, milord.

— Voi cacciare via tutti.

— Non posso, perchè sono amici miei se non vostri.

— Voi essere gran birbante.

— Me ne compiaccio.

— Mascalzone.

— Poco m’interessa.

— Io avere lottato come gentiluomo.

— Ed io vi ho vinto.

— Non dovere voi, mister brigante, portare me qui.

— Se sono miei amici!...

— Non essere miei.

— Ah!... Questo non lo so ancora.

— Volete rivincita?

― Di che?

— Voi avere dato a me pugno molto forte.

— E così, milord?

— Io volere restituire a voi.

― Ora è impossibile, signor mio, perchè vi è la Scotennatrice che desidera vedervi.

― Se offrire a me cena! Io avere molta fame.

― La sakem degli Sioux qualche volta è gentile e potrebbe invitarvi alla sua tavola.

― Aho!... Io essere contento vederla.

― Potete reggervi?

― Voi dare a me un altro sorso di quel veleno che brucia gola.

― Bevete pure, milord.

L’inglese diede un altro bacio alla fiaschetta, poi si alzò senza aver bisogno di essere aiutato.

In quel momento un indiano uscì dalla vasta tenda, dicendo a Mocassino Rosso:

― La sakem ti aspetta.

— È sola?

— Con suo padre, Nube Rossa.

― Andiamo, milord ― disse il bandito. ― È pericoloso fare impazientire Minnehaha.

L’inglese si rassettò alla meglio gli abiti, si cacciò bene in testa il suo elmo di tela bianca circondato dal velo azzurro, che durante la