Pagina:La traviata.djvu/32

Da Wikisource.
32

a 2 Null’uomo o damone, angelo mio,
Mai più staccarti potrà da me.
Parigi, o cara, noi lascieremo,
La vita uniti trascorreremo:
De’ corsi affanni compenso avrai,
La tua (mia) salute rifiorirà.
Sospiro e luce tu mi sarai,
Tutto il futuro ne arriderà.
Violetta Ah non più... a un tempio... Alfredo andiamo,
Del tuo ritorno grazie rendiamo... (vacilla)
Alfredo    Tu impallidisci!...
Violetta                                     È nulla, sai...
Gioia improvvisa non entra mai
Senza turbarlo un mesto core... (si abbandona come sfinita sopra una sedia col capo cadente all’indietro)
Alfredo    Gran Dio!... Violetta!... (spaventato sorreggendola)
Violetta                                     È il mio malore... (sforzandosi)
Fu debolezza... ora son forte...
Vedi?... sorrido...                                   (sforzandosi)
Alfredo    (desolato)            (Ahi cruda sorte!...)
Violetta    Fu nulla... Annina, dammi a vestire...
Alfredo    Adesso!... Attendi...
Violetta    (alzandosi)            No... voglio uscire.
Annina    (le presenta una veste ch’ella fa per indossare, e impeditane dalla debolezza esclama:)
Violetta    Gran Dio non posso!... (getta con dispetto la veste e ricade sulla sedia)
Alfredo    (Cielo!... che vedo!...)
Va pel dottore... (ad Annina)
Violetta    (ad Annina)        Digli... che Alfredo
È ritornato all’amor mio...
Digli che vivere ancor vogl’io...
Annina    (parte.)
Violetta    Ma se tornando non m’hai salvato, (ad Alfredo)
A niuno in terra salvarmi è dato.