Pagina:La vite, l'acquavite e la vita dell'operaio.djvu/13

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e la vita dell’operaio. 13

7. Signori, come mai nel fondo d’un bicchiere ponno trovarsi tanti mali? Come mai in una bevanda così gradita e cercata dall’universale si annida tanto veleno? Perchè la Provvidenza volle unificare in un medesimo umore una sorgente di salute e di godimenti, ed una sorgente di malanni e di miserie? Lasciamo stare la Provvidenza, noi che vi crediamo; e diciamo che il Creatore non poteva trattare con maggiore dignità la creatura umana, quando, postala tra il bene e il male, le diè un’anima libera, perchè tra l’uno e l'altro, da sè medesima, con le proprie forze si decidesse. Ora ad ogni passo della vita, possiamo dire, l’uomo si trova in questo bivio; ed ogni passo può essere vittoria della ragione sull’istinto, od una sconfitta. Fino a mensa l’istinto e la ragione vi accompagnano: bevete due dita di bicchiere, voi la date vinta alla ragione, fate da uomo, e da uom virtuoso: vuotatelo tutto, l’istinto vi ha le mani ne’ capelli, e può trascinarvi dove ha trascinato l’uomo della bettola.

8. Ma lasciamo la morale. Noi che