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24 nei primi secoli del comune


nido d'una bestia feroce; gli Uberti, votati a esilio per- petuo, e nelle orazioni de'Guelfi supplicato Dio che si degni di sradicarli;51 i Santi stessi, se del loro sangue, ri«mossi dall’ altare ; 52 vietato di contrar matrimonio coi conti Guidi e altrettali signori di contado, .e i figliuoli di siffatte unioni sentenziati bastardi : 53 insomma, una scomunica . dalla convivenza sociale, che accompagna l’anatema con che la Chiesa li separa dal suo grembo. Sotto questa bufera di persecuzione, i più de’ Ghibellini cedevano, e, per ritornare o rimaner cittadini, si face- vano Guelfi. Quasi soli i discendenti di Farinata rimasero fedeli alla parte degli avi loro 54 portarono superbamente per le terre d’Italia la propria condanna e la propria fermezza; pagarono intrepidi, sotto la mannaia guelfa, il debito, com’essi stessi lo chiamarono, lasciato Ioro da’ padri; « non mutarono aspetto, non mosser collo, non piegarono costa », quale Dante, fra le tombe di Dite, avea veduto giganteggiare il loro avo magnanimo, co’ suoi eretici ghibellini, col suo imperator Federigo.

Ma come in quel canto sublime, allato a cotesta figura di bronzo, vediamo « in ginocchion levata » l'ombra affettuosa e piangente d'un padre che cerca il figliuolo ; così alle persone di quei profughi, che pure erano figliuoli e padri e sposi e fratelli, noi congiungiamo l'imagine delle povere, deboli creature, che dietro a loro trascina- vano il tormentoso desiderio della patria e della casa perdute. E quando leggiamo 55 che in una di quelle illusorie pacificazioni, tornati per pochi giorni in Firenze anche gli Uberti, fra la gente che venne loro incontro, furono viste donne, i cui vecchi erano stati ghibellini, baciar l’arme degli Uberti sui palvesi di quei proscritti ; noi sentiamo, a distanza di secoli, quel memore bacio, e 1° alito che ne spira di affetti consacrati dal pianto e dal sangue.