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106 | capo iii |
III. Raccontano che al passaggio di Serse avesse venti anni, e ne vivesse settantadue. E Apollodoro dice nelle Cronache, che e’ fosse nato nella settantesima Olimpiade, e morto il primo anno della settantottesima. Cominciò ne’ suoi vent’anni a filosofare in Atene sotto Callia, secondo afferma Demetrio Falerco nel Catalogo degli arconti; ed è fama che vi soggiornasse trent’anni.
IV. Affermava egli: Il sole essere una massa candente per fuoco e più grande del Peloponneso. — Altri ciò riferisce a Tantalo. — La luna avere abitazioni, e di più colli e valli. — I principii particelle similari (ὁμοιομερείας); poichè siccome l’oro consta di quelle che noi chiamiamo raschiature, così delle piccole particelle similari dei corpi si compone l’universo. — E la mente principio del moto. — E dei corpi, i gravi, come la terra, tenere il luogo basso; i leggieri, come il fuoco, l’alto. Quindi sulla terra ove è piana si regge il mare, disciogliendosi dal sole l’umidità in vapori. — E gli astri da principio aver girato a guisa di vòlta, di modo che sopra il vertice della terra sempre apparente fosse il polo, da poi ricevuta l’inclinazione. — E la via lattea essere un riflesso di luce solare, non risplendimento di astri. — E la cometa un concorso di stelle erranti che mandano fiamme, le quali trapassano come scintille lanciate dall’aria. — I venti nascere dall’aria diradata dal sole. — Il tuono urto di nubi; sfregamento di nubi il lampo. — Il tremuoto aria che si caccia sotterra. — Gli animali generarsi dall’umido, dal calore, e dalla terra; dopo fra di loro, da man ritta i maschi, le femmine da mancina.