Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/155

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124 capo v.

XXIII. Egli adunque moriva. Ma gli Ateniesi se ne pentirono ben tosto, a segno che e’ chiusero le palestre e i ginnasii, ed alcuni bandirono, e Melito condannarono a morte. Socrate poi onorarono di un’immagine di bronzo, la quale, operata da Lisippo, fu posta nel Pompeio. E gli Eraclesi discacciarono Anito lo stesso giorno ch’erasi rifuggito da loro. Nè Socrate solo così bistrattarono gli Ateniesi, ma anche molti suoi pari. Poichè e Omero, al dire di Eraclide, a guisa di pazzo, in cinquanta dramme multarono; e chiamarono insensato Tirteo e Astidamante, che primo fra i seguaci di Eschilo avevano onorato di una statua di bronzo. Ed anche Euripide ne li rimproccia nel Palamede, dicendo:

     Uccideste, uccideste
     L’onnisciente, o Greci,
     Il non grave ad alcuno
     La musa filomela.

E così avvennero queste cose. — Filocoro per altro afferma essere morto Euripide prima di Socrate. Era nato, secondo racconta Apollodoro nelle Cronache, sotto Apsefione, nel quarto anno della settantesima settima Olimpiade, a’ sei del mese Targelione, giorno in cui gli Ateniesi purificano la città, e i Delii dicono essere nata Diana; ed era morto il primo anno della novantesima quinta Olimpiade, sendo ne’ settantanni. Anche Demetrio falereo afferma lo stesso altri che e’ morisse di sessant’anni.

XXIV. Entrambi, egli ed Euripide il quale era nato