Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/284

Da Wikisource.

platone. 249

informe, al pari anche dell’altre cose che atte sono a ricevere. La cagione di queste essere da necessità: poichè ricevute in qualche modo le idee, nascono le essenze e si muovono per disuguaglianza di potere, e quel moto le cose nate da essa muove a vicenda. Queste da prima essersi mosse senza ragione e senz’ordine; poi incominciatesi a comporre, il mondo, per la simmetria e l’ordine ricevuto da Dio, essere nato. Poichè afferma, anche prima che fosse fatto il cielo, due essere le cagioni, e terza la generazione, ma non chiare, e sole vestigia, e disordinate, e da poichè fu creato il mondo, anche queste aver preso un ordine. Da tutti i corpi esistenti, dice, essere formato il cielo; Dio, pare a lui, siccome anche l’anima, esistere senza corpo, e cosi al tutto incapaci di corruzione e di passioni. Essere le idee, come si è detto prima, alcune cagioni e principii che fanno essere tali quali esse sodo le cose in natura differenti.

XLII. Dei beni e dei mali diceva questo: Essere fine dell’uomo rendersi simile a DioLa virtù bastare di per sè stessa alla felicità, ma aver bisogno, nel corpo, di organi vantaggiati; di forza, di salute, di bontà, di sensi e simili: e di cose esterne, come sarebbe di ricchezza, di nobiltà, di gloria, tuttavia felice il sapiente se anche non le possedesse. Il quale amministrerebbe la repubblica, e ammoglirebbesi, e si guarderebbe dal violare le leggi costituite. Nondimeno darebbe leggi anche alla sua patria, il meglio che sapeste, se in qualche grave dissensione non vedesse piegare in meglio