Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/215

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196 capo primo

egli disceso all’inferno e aver veduto l’anima di Esiodo incatenata ad una colonna di bronzo e stridente, e quella di Omero appesa ad un albero con serpi all’intorno, per le cose che avevano dette circa gli dei; ed ivi anche punirsi coloro che non vogliono stare colle proprie mogli. Però a cagione di questo essere onorato da Crotoniati. Aristippo cireneo, nel libro Dei fisiologi, afferma ch’e’ fu chiamato Pitagora per aver predicata la verità non meno del Pitio. — E fama che raccomandasse ognora a’ discepoli di dire queste parole entrando in casa:

     Donde passai? Che fei? Che cosa ommisi?


Vietava che si offerissero a’ numi vittime scannate e adorava solo are non insanguinate. — Nessuno giurasse per gli dei; quindi essere debito mostrare se stesso fededegno. — Si onorassero i maggiori, stimando più onorevole ciò che va innanzi per tempo; siccome, nel mondo, il levante più del ponente; nel vivere, il principio più del fine; nella vita, il nascimento più della corruzione; e più doversi onorare i numi dei dèmoni; gli eroi più degli uomini; degli uomini i genitori massimamente.E che è mestieri conversare gli uni cogli altri per modo di non fare nemici gli amici, ma amici i nemici. — Nulla stimare come proprio. — Soccorrere alle leggi; combattere la licenza. — Non far perire o danneggiare l’albero domestico; e neppure l’animale che non nuoce agli uomini. — Il pudore e la modestia consistere nel non durare troppo nel riso e nel non fare il burbero. —