Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/270

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annotazioni 251

XI. Quindi egli morì nel Peloponneso. — La favola ch’è si gettasse nell’Etna fu confutata, appena si divulgò, dagli stessi amici del filosofo, il quale, recatosi di certo a’ giuochi olimpici, più non comparve in Agrigento.

Fiorì nell’ottantesima quarta Olimpiade. — Quando Girgenti, scosso il giogo de’ suoi tiranni, si rivendicò a libertà, e corsero i più felici tempi della siciliana grandezza. — Scinà fa nascere Empedocle circa l’Olimpiade settantesima quinta; quattro o cinque Olimpiadi dopo Anassagora, e due o tre prima di Socrate.

XII. Erano sue opinioni queste. — Ecco, al possibile in iscorcio, il sistema Empedocleo, svolto colla solita acutezza dal Ritter. — „Empedocle, partendo dall’idea eleatica che ciò che è vero è uno, considera siccome uno il mondo. Simile nella sua unità ad una sfera, ei lo chiama sfero. Lo sfero è rotondo, pago di riposo, immobile nel seno, possente dell’armonia, ed è, secondo gli antichi, il dio di Empedocle. Unità perfetta, opra dell’amore, esso è diretto da questo sovrano della felicità e dell’innocenza della vita ec. L’amore è la forza unitrice, la sola forza vera che dal centro del mondo, ov’è il centro della sua attività, penetra tutto. Quest’amore è una necessità da cui dipende ogni cosa ec. L’unità dello sfero contiene tutti gli elementi dell’esistenza, rinchiusi nell’amore ec. Ma quest’unità della natura disparve per la colpa stessa dei membri del dio. Era necessità che il male e l’omicidio imprimessero una macchia ai membri uniti di un démone e ciò per sempre. Così, al pari dell’amore, si concepisce, nelle stesse cose, da Empedocle la forza dell’odio distruttore ec. Nelle cose naturali distingueva la forza movente e la massa ch’è mossa. La sua fisica è meccanica. — Ammetteva quattro elementi, sotto nome di iddii, i quali rappresentano l’antica mitologia, poichè compaiono come numi, come forze immortali