Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/276

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annotazioni 257


CAPO IV.


Archita.


VI. Non mai ebbe il di sotto. — La fama della sua prudenza, dell’impero che aveva sopra sè stesso, della purezza de’ suoi costumi, del suo candore infantile è pervenuta sino a noi congiunta a quella di gran capitano; il perchè l’armi tarentine furono

  “E temute e vittrici
  “Finchè alla pugna le condusse il senno
  “Del magnanimo Archita, e di lui prive
  “Armi vinte dal vinto e fuggitive.

Monti, I Pitagorici.


VII. Aggiunse ad una figura geometrica il movimento organico. - Si allude forse alla celebre colomba volante.

Col mezzo della sezione del semi-cilindro. — A cessare un castigo che affliggeva i Delj, Apollo area ordinato che si duplicasse il numero di piedi quadrati che aveva il suo altare. Sembra che Platone e Ippocrale chio dimostrassero che ciò poteasi ottenere determinando due medie proporzionali continue fra il lato del cubo dato ed il suo doppio, e che Archita si servisse dei semicilindri. Eratostene spiegò questo problema col mesolabio. — Si attribuisce ad Archita la soluzione di altri problemi di geometria non che il ritrovamento della carrucola; anzi e non isdegnò di inventare uno strumento, il rumore del quale serviva a divagare e divertire i bimbi. Archita fu autore eziandio di una teorica musicale assai lodata e di un libro sull’agricoltura. Per altro non è autentica la maggior parte de’ frammenti filosofici che a lui si attribuiscono.