Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/291

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capo ii senofane 271

Affermò quattro essere gli elementi delle cose che esistono: infiniti i mondi ed immutabili. — Le nubi consistere dei vapori tratti in alto dal sole e rattenuti nell’aria ambiente. — La essenza di dio sferica, nè avere coll’uomo nulla di simile; tutto vedere, tutto udire, non però respirare, ed essere in ogni sua parte mente, prudenza ed eternità. — Primo dimostrò, che quanto nasce è corruttibile, e che l’anima è uno spirito; e diceva anche, essere in molte cose inferiore alla mente. — E co’ tiranni o non doversi trattare affatto o con dolcezza. — Dicendogli Empedocle, che reperibile non era il sapiente, È naturale, disse; poichè vuol essere un sapiente chi riconosce il sapiente. — Narra Sozione aver egli affermato il primo, Che ogni cosa era incomprensibile; ma erra. — Compose eziandio sulla fondazione di Colofone e sulla colonia di Elea, in Italia, due mila versi. — Fiorì nella sessagesima olimpiade.

IV. Demetrio falereo, nel primo libro Della vecchiezza, e Panezio lo stoico, in quello Della tranquillità dell’animo, raccontano aver egli sepolto colle proprie mani i suoi figli, alla maniera di Anassagora; e secondo l’asserzione di Favorino, nel primo Dei commentarj, pare che fosse trovato ladro dai Pitagorici Parmenisco ed Orestade.

V. V’ebbe anche un altro Senofane lesbio, compositore di jambi. — E questi sono gli sparsi.