Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/329

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308 capo xi

quando taluno crede i principii delle cose doversi prendere da quelle come verisimili, senza chieder ragione; lo che è stoltezza, potendosene supporre uno contrario. Il modo che per mezzo di reciprocazione, è costituito quando la cosa posta in quistione, ad essere fermata, abbia mestieri della prova dedotta da ciò che si cerca, come se taluno stabilisca che vi sono pori dallo esistere esalazione; questi, per affermare, piglia l’esistenza della esalazione.

XI. Costoro tolgono di mezzo ogni dimostrazione e criterio e segno e cagione e moto e disciplina e generazione e l’esistenza in natura di qual siasi bene o male; poichè ogni dimostrazione, dicono, consta di cose dimostrate o non dimostrate. Se dimostrate, anch’esse abbisogneranno di qualche dimostrazione, e così all’infinito; se non dimostrate, sia che tutte od alcuna o anche una sola discordi, eziandio in complesso sono indimostrabili. Che se, proseguono, v’ha taluni dai quali si stimi esservi cose non bisognevoli di dimostrazione, sono essi mirabili per una tale sentenza se non comprendono che prima questo medesimo, per avere la costoro fede, ha mestieri di dimostrazione. Non potendosi stabilire, dall’esser quattro gli elementi, che quattro sono gli elementi. Oltre ciò, col negare le dimostrazioni particolari, negasi esservi anche la generale dimostrazione. E per sapere che avvi una dimostrazione è necessario un giudizio, e che avvi un giudizio è necessaria una dimostrazione; ond’è che entrambi sono incomprensibili riferendosi l’uno all’altra. Come adunque si potrebbero comprendere le cose non evidenti ignorandosene la di-