Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/339

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vanno attorno anche libri prosastici, che si estendono sino a venti migliaia di righe, dei quali fa menzione Antigono caristio, che anch’esso scrisse la costui vita. Tre sono i libri di silli, in cui vitupera e burla, come Scettico, tutti i Dominatici sotto forma di parodia. Il primo di essi ha l’esposizione seguita senza interlocutori, il secondo ed il terzo a maniera di dialogo. Cioè pare che Seoofane colofonio interroghi su ciascuna cosa, ma che e’ sia il proprio risponditore; e che nel secondo parli dei più antichi, nel terzo dei posteriori. Ond’è che taluno anche Epilogo lo intitolò. Il primo contiene le stesse cose, fuorchè il poema non ha che un solo personaggio. Il suo principio è questo:

     Quanti siete sofisti faccendoni
     Or seguitemi.

III. Morì presso al nonagesim’anno, secondo che raccontano Antigono e Sozione, nell’undecimo libro.

Ed io appresi ch’egli era cieco d’un occhio, perchè appellava sè stesso Ciclope.

IV. Vi fu anche un altro Timone, il misantropo.

V. Il filosofo, come scrive Antigono, era amantissimo degli orti e della ritiratezza. È fama che Ieronimo il peripatetico dicesse parlando di lui, che, „Siccome presso gli Sciti e quelli che fuggono e quelli che inseguono tranno d’arco, così tra’ filosofi, alcuni fanno caccia di scolari, inseguendo, altri fuggendo, come Timone.“

VI. Era acuto nell’intendere e nel motteggiare, e