Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/120

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IL SECONDO LIBRO

feta, HUMILIASTI SUPERBUM SICUT VULNERATUM, hai humiliato il superbo, come humiliato si vede l'impiagato et ben battuto. Io per me, tutte le volte ch'io vego alcuno a cui sia mozzo il naso, tagliata la fronte o sfregiate le guancie, non considro giamai la ferita, ma si ben la cagione perche alcuno ferito sia. Viddi gia nella faccia di alcuni valorosi cavaglieri non so che fregi, li quali, perche procedevano da honesta radice, mi pareva di vedere tanti rubini, o tanti diamanti, cosi anche, n'ho veduto molti feriti per dishonesta cagione, et parevami vedere una brutta imagine, et un'horrido spettacolo. Viddi gli anni passati un prelato con la guancia d'un gran colpo offesa, domandai della cagione et fummi da piu d'un paio detto esser cio avenuto per haver defraudato il servidore della pattouita mercede, all'hora si, ch'io giudicai quella ferita brutta, et hehbi della santa Chiesa gran piata, che introdotti fossero nel seno di quella: huomini di tal conditione, ma di questo non parlero piu per hora, perche sarebbe un'uscir del Paradosso, et voler (come dice l'antico proverbio) cittare la vecchia comedia, so bene io quel che nell'animo mi viene di dire. M. Sergio combattendo virilmente, perde l'una delle mani, et immantinente un'altra sene fabrico di ferro, et fune piu, ne meno valoroso gueriere. Sempre fu da dotti et diligenti huomini osservato, che dove la fortuna ha piu di licentia il spoliare