Pagina:Latini - Il Tesoro, 1, 1878.djvu/15

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XI

suo volgarizzamento della Rettorica di M. Tullio: “Là trovò un suo amico, della sua cittade e della sua parte, e molto ricco d’avere, ben costumato e pieno di grande senno, che gli fece molto onore e molta utilitade, e perciò l’appellava suo porto, siccome in molte parti di questo libro pare apertamente, ed era molto buono parlatore naturalmente, e molto desideroso di sapere ciò che li savi avevano detto intorno la rettorica. E per lo suo amore questo Brunetto Latino, il quale era buono intenditore di lettera, ed era molto intento allo studio della rettorica, si mosse a fare questa opera, nella quale mette innanzi il testo di Tullio per maggiore fermezza, e poi mette e giugne di sua scienza, e dell’altrui, quel che ne fa di mestieri. „

Come nel poema di Dante nessuno de’ contemporanei chiarì alcune allusioni a persone, perchè da tutti erano conosciute, e noi ne desideriamo indarno la chiave: così nessuno registrò chi fosse questo amico generoso di ser Brunetto, al quale dedicò il Tesoro, e ne parla in più luoghi con molto affetto.

Fu detto che abitasse a Parigi, e v’insegnasse filosofia11. Se con questo aneddoto volle ricordarsi che nel suo esiglio in Francia dettasse opere di