Pagina:Latini - Il Tesoro, 1, 1878.djvu/81

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divino, delle naturali, e delle umane1, tanto quanto l’uomo è possente d’intenderne.

Onde avviene che alquanti savi che si studiano a richiedere e cercare2 di queste tre cose che son dette di filosofia, cioè a dire della divinitade, dello cose naturali, e delle cose umane, furo detti figliuoli di filosofia, e perciò furo elli appellati filosofi.

Egli fu vero che al cominciamento del secolo le genti soleano vivere a legge di bestie3. Conobbero primamente la dignità della ragione4 e della conoscenza che Dio avea loro data, sì vollero sapere la verità delle cose che sono in filosofia. Elli caddero in tre questioni.5 E l’una si fu di sapere la natura di tutto le cose celestiali o ter-

  1. Le stampe leggevano cognoscimento delle cose naturali, delle divine, e delle umane. Corretto secondo l’ordine col quale sono poi enunciate queste tre cose nel capitolo stesso, e trattate nel Tesoro.
  2. Il t savoir. Questo cercare invece di sapere, spiega perchè nella definizione della filosofia si voltasse encerchemenz in cognoscimento. Il ms. Vis. a cercare et a vedere.
  3. Nel latino di que’ dì sarebbesi detto more pecudum. Orazio fece con molto acume la distinzione fra costumi e leggi: Quid leges sine moribus vanae projiciuny? (Lib. III Od. 24 ). Stà bene inculcarla pur oggi.
  4. Correggo col t la dignitè de la raison, l’errata lezione la dignità delle ragioni.
  5. Correggo col ms. Vis. e col t en III questions l’errato in più questioni.