Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/137

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RIME

     Non si può racquistar mai con preghiera
Nè con tormento di doglia o di pianto10
Ciò che divora esta spietata fiera.
     Però, dopo ’l dolor che v’ha cotanto
Fatto bagnar di lagrime la ciera,
Ben vi dovreste rallegrare alquanto.




CIX


     O Morte, della vita privatrice
E de’ ben guastatrice,
Davanti a cui di te porrò lamento?
Altri non sento che ’l divin fattore:
Perchè tu, d’ogni età divoratrice,5
Sei fatta imperatrice,
Sì che non temi fuoco acqua nè vento:
Non ci vale argomento al tuo valore;
Tutt’or ti piace eleggere il migliore,
Lo più degno d’onore.10
Morte, sempre dai miseri chiamata
E dai ricchi schivata come vile,
Troppo se’, ’n tua potenza, signorile:
Non previdenza umìle,
Quando ci togli un uom fresco e giulivo.15
Ahi, ultimo accidente distruttivo!
     Ahi. Morte oscura di laida sembianza,
Ahi di nave pesanza,
Che ciò che vita congiunge e nutrica
Nulla ti par fatica a sceverare!20
Perchè, radice d’ogni sconsolanza,
Prendi tanta baldanza?
D’ogni uom sei fatta pessima nemica,
Doglia nova ed antica fai gridare,
Pianto e dolor tutt’or fai ingenerare:25
Ond’io ti vo’ biasmare;
Chè, quando l’uom prende diletto e posa
Da sua novella sposa in questo mondo,


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