Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/197

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JACOPO ALLIGHIERI


I


Questo capitolo fece Jacopo figliuolo di Dante Alighieri di Firenze, il quale parla sopra tutta la Commedia.

 
     O voi che sete del verace lume
Alquanto illuminati nella mente,
3Ch’è sommo frutto dell’alto volume;
     Perchè vostra natura sia possente
Più nel veder l’esser dell’universo,
6Guardate all’alta Commedìa presente.
     Ella dimostra il simile e ’l diverso
Dell’onesto piacere, e ’l nostro oprare,
9E la cagione che ’l fa bianco o perso.
     Ma, perchè più vi debbia dilettare
Della sua intenzion entrar nel senso,
12Com’è divisa in sè vi vo’ mostrare.
     Tutta la qualità del suo immenso
E vero intendimento si divide
15Prima in tre parti senz’altro dispenso.
     La prima, vizïosa dir provvide;
Però che prima e più ci prende e guida.
18E già Enea con Sibilla il vide.
     E questa in nove modi fu partida,
Sempre di male in peggio, fino al fondo
21Dove il maggior peccato si rannida.
     Con propria allegoria formata è ’n tondo,
Sempre scendendo e menomando il cerchio,
24Come conviensi all’ordine del mondo.


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